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Cassata Siciliana: arte e tradizione

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Cassata Siciliana: arte e tradizione

La Cassata Siciliana è il simbolo, insieme al cannolo, della tradizione gastronomica isolana. Più di quella del cannolo però, la storia della Cassata siciliana è in grado di raccontarci l’evoluzione etnica e sociale della Sicilia nell’arco dei secoli.

Una stratificazione costante di dominazioni, di lingue, di culture, di religioni, che si sono succedute permeandosi con l’autoctono, mischiandosi con il passato, influenzando il futuro.

La cultura siciliana è questa esplosione di colori, di fantasia, di sacri e profani, di storie leggendarie, di personaggi mitologici, di religioni e correnti artistiche, di culture agli antipodi, che hanno trovato modo di convivere in un’isola felice. Un crocevia di culture e di umanità. Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Angioini e Aragonesi, fino ad arrivare ai Borboni.

La Cassata è una testimonianza storica autentica, che ha seguito ed annotato in sè questo percorso culturale e politico, evolvendosi nei secoli e accogliendo i interventi di civiltà e tradizioni differenti.

Una lenta, squisita evoluzione

Il cuore innanzitutto: La crema di ricotta dolce, è la parte più antica, che condivide i natali col cannolo stesso, le cui prime testimonianze le dobbiamo addirittura a Cicerone, più di 2000 anni fa. Il “bianco mangiare” di cui il famoso oratore, allora questore di Lilybeo,  decanta le delizie, è il denominatore comune di molta parte della pasticceria siciliana di oggi. Quasi una firma, che nell’immaginario della cultura siciliana, richiama il dolce per eccellenza.

Ma per parlare della prima vera cassata, dobbiamo fare un salto in avanti nel tempo di quasi mille anni. E’ nel periodo arabo (827-1091) che viene storicamente concepita.

“Quas’at” è il termine che indica la bacinella in cui veniva preparata. la prima cassata siciliana deve  quidi i suoi natali proprio agli Arabi. E soprattutto ai nuovi ingredienti che introdussero nella cultura alimentare in Sicilia: gli agrumi e la canna da zucchero.

Quella prima cassata, la più antica, è quella che oggi chiamiamo “Cassata al forno”, fatta di semplice pasta frolla e crema di ricotta.

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Già nel periodo normanno (1061-1198) assistiamo all’intervento creativo delle monache del Convento della Martorana. Le doneranno un abito nuovo, più nobile e colorato, tessuto con la nostra famosa pasta reale, fatta di farina di mandorle e zucchero. La Cassata Siciliana, assume qui il suo aspetto attuale, o quasi.

Alla successiva dominazione spagnola (1282-1516) infatti si deve l’introduzione delle gocce di cioccolato nella crema di ricotta. E’ un tocco sapiente che ne bilancia il gusto e ne arricchisce la gamma di sapori.

Ma è con l’affermarsi del Barocco, a partire dalla metà del XVII secolo, che la cassata siciliana completa il suo percorso evolutivo. Lo stile Barocco grandemente diffuso in Sicilia, sia nell’architettura religiosa che in quella civile, influenza indiscutibilmente anche la moda della gastronomia del tempo. Ed ecco che sulla Cassata compare la lussureggiante decorazione di frutta candita, che la contraddistingue, oggi, nella sua forma più classica.

``tintu è cu un mancia a cassata a matina ri Pasqua`` (meschino è colui che non mangia la cassata la mattina di Pasqua).

Come recita un famoso proverbio popolare la Cassata è parte integrante di una tradizione culturale millenaria, è entrata nell’immaginario e nella quotidianità del siciliano, fa parte del suo mondo, dell’ordine delle cose che gli è caro.

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