
Luxury Food, i cibi più costosi del mondo
Luxury Food, il cibo che non mangerete mai
Il Luxury food è un privilegio di pochi. Prezzi proibitivi, quantitativi limitati e curiosi dettagli alla base delle lavorazioni, sembrano essere i comuni denominatori che contraddistinguono un prodotto d’èlite e fanno schizzare il suo prezzo alle stelle.
Difficilmente ne asseggerete uno in vita vostra, a meno che davvero non siate particolarmente propensi a dilapidare patrimoni.
Il fenomeno è oggi particolarmente diffuso ed è possibile trovarne davvero di curiosi in rete. Qui ne abbiamo raccolti alcuni, giusto per darvene un’idea.
il Tartufo bianco di Alba
Forse tra i classici, contraddistingue da sempre le ricette più lussuose del mondo. La sua difficile reperibilità rende il prezzo di questi funghi spropositatamente alto. Un imprenditore cinese ne ha acquistato all’asta un kilogrammo per ben 160.406 dollari, à la santè!
il Caviale Almas
Ma c’è di peggio. Il caviale bianco ad esempio è la specie più rara in circolazione. Proveniente dall’ Iran è reperibile solo presso The Caviar House & Prunier a Piccadilly Circus, in un packaging, ovviamente, d’oro 24 carati. Listino alla mano, siamo sui 22.500 euro al kilo.
Il Melone Yubari King
Direttamente dal Giappone. è venduto solo a coppie, anche qui alla modica cifra di 20.000 euro. Massaggiati e lavati più volte al giorno, questi meloni sono probabilmente i frutti più cari (e coccolati) al mondo.

Manzo di Kobe
un trattamento simile ricevono le vacche Wagyu da cui si ottiene il famoso Manzo di Kobe. Le leggende metropolitane raccontano che siano massaggiate e nutrite a birra, mentre ascoltano musica classica. il risultato comunque è una carne pregiatissima, ricca di gustose venature di grasso e dal sapore estremamente delicato. Il prezzo qui è esoso, ma accessibile ai curiosi, siamo a circa 280 euro al Kg.
Miele Elvish
Il miele più costoso al mondo viene dalla Turchia e costa 5.000 euro al kilo. Qui almeno un motivo valido c’è: si raccoglie in alcune grotte a quasi 2Km di profondità nella città di Artvin. Il Miele Elvish è il più ricco di minerali dal momento che invecchia per ben 7 anni in quell’habitat.
Lo zafferano rosso
il re delle spezie, arriva anche lui dall’Iran. Un fiore delicato e di gran pregio venduto ad oltre 40 euro al grammo, qualcosa che sarebbe un peccato usare per un risotto, insomma.
Il Tè Machta
Altro ingrediente molto à la page è questo particolare thè verde Giapponese. Presenta un colore verde acceso, ha recentemente trovato impiego nelle ricette di molti chef rinomati nella preparazione di pietanze dal gusto particolare. Qui siamo sui 100 euro al Kg, giusto per gradire!
Kopi Luwak
E poteva mancare il caffè? Arriva dall’Indonesia, e si chiama Kopi Luwak. Questo caffè extra lusso si ottiene dalle bacche digerite a metà e poi espulse dalla Civetta delle palme. Si avete letto bene, cacca di civetta. Una tazzina ? 15 euro, grazie e non siamo a Venezia. O se proprio vogliamo fare la scorta, stiamo a 300 Euro l’etto. Probabilmente l’escremento più costoso del mondo!

La patatina di St. Erik
il capolavoro però secondo noi lo ha fatto il birrificio svedese St. Erik creando le patatine più costose del mondo: una confezione, che contiene appena 5 patatine, costa 50 euro, per il sontuoso ammontare di 10 euro al pezzo.
Il senso? Creare uno snack di altissimo livello, adatto ad accompagnare le loro migliori birre (che non vogliamo nemmeno sapere quanto costano)
“Una birra di prima qualità merita uno snack di prima qualità, ed è per questo che abbiamo fatto uno sforzo enorme per produrre le patatine fritte più esclusive del mondo”.
Ognuna è cucinata personalmente da uno chef, utilizzando ingredienti particolari delle regioni scandinave: funghi delle foreste svedesi, alghe delle isole Fær Øer, aneto della penisola di Bjäre, cipolle coltivate nel cuore della Svezia, e ovviamente luppolo, lo stesso usato per realizzare la birra. Anche le patate, ovviamente, vengono da una coltivazione particolare che si contraddistingue per le colline sassose (cosa che impedisce l’uso di attrezzi agricoli moderni e costringe a coltivare le patate a mano).

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